Renata Petti
Napoletana, architetto, nella ricerca di una dimensione «altra», poeta e artigiano, progettista dentro le cose, ha sperimentato interventi su vari materiali di cui il privilegiato è quello che chiama la madre argilla.
«La mia opera è caratterizzata dallo stretto legame tra il moi corpo e il materiale plastico-ceramico attraverso uno studio teso a penetrare nella materia e negli elementi specifici dell'espressione artistica» recita Renata Petti.
La sua ricerca è orientata a sperimentare sui vari linguaggi dell'arte dalle manipolazioni di immagini al computer delle opere ceramiche, da intendersi come dilatazioni della sensorialità e ampliamento della della memoria al linguaggio poetico e cinematografico, sovrapponendo sempre, con tagli e inquadrature molteplici, il lavoro di anni sulla sulla materia ceramica.
Vive e lavora a Napoli dove ha insegnato Discipline Architettoniche presso il Liceo Artistico. Ha partecipato a numerose mostre sia in Italia che all'estero e ha attivato con il gruppo artistico «Laloba rifletti il luogo» numerosi laboratori per la costruzione di oggeti teatrali, sculture e oggetti per performances, installazioni, azioni, scenografie cinematografiche, partendo dalla suggestione di testi quali luogo, usi e tradizioni, testi letterali, ecc.
Con il gruppo artistico Laloba, è stata invitata nel 2005, a realizzare, a Capriati a Volturno, due grandi installazioni permanenti, nell'ambito delle manifestazioni d'arte partecipata del «Villaggio dell'Arte», che ha coinvolto alcuni Comuni del Matese e artisti internazionali.
Ha curato la regia di un corto «inferno blu» in cui costumi e intallazioni sono stati realizzati nell'ambito del laboratorio con il gruppo artistico «Laloba» rifletti il luogo. Nell'e-book : Renata Petti Poesia della / nella materia ( in www.lettoricreativi.com) è espessa in versi la sua ricerca artistica.
Attualmente espone alla biennale di Venezia 52° Esposizione Internazionale dell'Arte all'interno del progetto «camera 312 - promemoria per Pierre a c. di Ruggero Maggi» per il Milan Art Center, dal 6 Giugno al 21 Novembre 2007 Dorsoduro 2537 Venezia